Hostess veneta insulta passeggeri napoletani

Hostess veneta insulta passeggeri napoletani

8 maggio 2012

Quattro professionisti nel settore dell’informazione, dopo essere stati per lavoro a Verona, si sono recati all’aeroporto Marco Polo di Venezia per tornare a casa, a Napoli. A tre quarti d’ora dalla partenza, mentre erano in fila per l’imbarco, hanno appreso che il volo era stato cancellato. Si sono lamentati del disagio, come tutti gli altri passeggeri, hanno detto addirittura «che vergogna!», ma con accento napoletano. Grosso errore. L’addetta al controllo, invece di scusarsi a nome della compagnia per l’inconveniente e magari proporre una soluzione alternativa, ha pensato bene di riportarli all’ordine con l’insulto, dicendo «imparate a parlare l’italiano»E come se non bastasse, ha aggiunto «se Napoli non ci fosse, tutto andrebbe meglio». I quattro, fortemente offesi, si sono rivolti alla polizia, hanno sporto denuncia e sono tornati a Napoli con un’auto a noleggio.

Ci sono due aspetti importanti che si intrecciano in questa vicenda. Prima cosa, il razzismo. Può sembrare assurdo ciò che è accaduto a Venezia, in realtà non è affatto raro sentire chi lavora con il pubblico rivolgersi in modo razzista al cliente. Accade per differenza di regione, ma anche di nazione, nel lavoro, come nello sport o per strada. Insomma, nella vita quotidiana e in tutte le forme che il razzismo contempla. Succede sia al Nord che al Sud, ma c’è da dire che con la campagna ventennale della Lega basata sulla la presunta superiorità produttiva, c’è stato un certosdoganamento dell’insulto nel Settentrione. La violenza verbale non ha trovato differenze dal Parlamento allo stadio. Basta ricordare i cori del consigliere regionale lombardo Salvini contro i tifosi napoletani. Oggi però questi insulti risultano, oltre che offensivi, ridicoli. E’ come schiaffeggiare un bambino dover ricordare che i telefonini dei leghisti sono intestati a pakistani, che Renzo Bossi pare abbia comprato la laurea in Albania, che Rosi Mauro è pugliese, la moglie di Bossi siciliana, che il tesoriere calabrese Belsito ha investito i soldi del partito in Tanzania e che nella ‘Roma ladrona’, la Lega ha rubato e magnato. Davvero troppo facile e scontato. Se non si vuole smettere di essere razzisti per civiltà, per rispetto, per livello base di cultura, lo si faccia almeno per pudore.

Seconda cosa, la dilagante mancanza di professionalità delle compagnie aeree low cost. Coinvolta nella vicenda dell’aeroporto di Venezia, è la compagnia Easyjet, la stessa che pochi giorni fa è stata al centro della polemica sul clandestino imbarcato a Lisbona, molto simile per il basso livello di servizi e cortesia. A Lisbona un clandestino senza documenti è riuscito a confondersi tra i passeggeri del volo diretto a Roma, sfuggendo quindi al doveroso controllo aeroportuale. Le hostess di volo non si sarebbero accorte di nulla se i passeggeri non avessero cominciato a protestare per la mancanza di un posto a sedere, chiaramente occupato dal clandestino. Una volta identificato l’intruso, sempre i passeggeri hanno dovuto insistere e discutere per far sottoporre ad un controllo accurato i bagagli a bordo e in stiva. Il motivo della superficialità dei controlli a bordo era dovuto alle hostess che insistevano per partire subito, affermavano di essere «stanche al terzo volo della giornata».

Il vantaggio di un volo economico sta chiaramente nel prezzo, lo svantaggio nella mancanza di una serie di comfort. Per esempio, non sono previsti la prenotazione del posto o lo snack gratuito durante il viaggio. In particolare sul bagaglio a mano ci sono restrizioni rigorosissime, dovute sia alle dimensioni minute delle cappelliere sia al tentativo di non superare un certo peso dell’aereo per risparmiare sul carburante. Piccole comodità di cui si può fare anche a meno. Non possono mancare invece la sicurezza, l’educazione (anche dei passeggeri!) e la chiarezza sui costi dei servizi. Ciò che è accaduto a Lisbona è di una gravità inaudita, perché la persona senza documenti avrebbe potuto essere un terrorista. Tra i bagagli che le hostess non volevano controllare avrebbero potuto esserci bombe, armi chimiche e chissà cos’altro. Passeggeri esagerati? L’allarmismo isterico lo abbiamo imparato negli aeroporti. Non si lamentino le hostess con chi non può più portare lo shampo in valigia. Per fortuna, non succede spesso un incidente di questo tipo. Invece è ordinaria la scortesia del personale che non sa gestire le lamentele del cliente di fronte ai numerosi disagi organizzativi, tra i più frequenti, il bagaglio a mano che incomprensibilmente non può essere portato a bordo se si è tra gli ultimi a salire a bordo e  il volo posticipato di ore perché il numero di passeggeri non riempie l’aereo. Infine, i costi dei più banali servizi aggiuntivi sono a pagamento, anche il bicchiere d’acqua. Andare in bagno è ancora permesso.

Viaggiare in modo economico si deve e si può. Tutti coloro che hanno tristemente sperimentato un servizio direttamente proporzionale al costo del biglietto, si consolino con la satira della compagnia aerea Brianair di Caterina Guzzanti.

di Sara De Santis

da Cronache Laiche