
Da alcuni giorni sto ascoltando molto
Jordan Smith, questo fantastico ragazzo di
23 anni che ha vinto la recente edizione di
The Voice Usa.
Io non sono una fan dei contest vocali, The Voice o X Factor per esempio li seguo raramente e da lontano, giusto per restare informata, ma non li amo perché, a mio avviso, riducono molto il senso artistico del canto e tendono ad appiattire gli stili. Inoltre, non sopporto le liti, le votazioni e le scelte “di pancia” del pubblico, che poi alla fine non sono mai scelte di pubblico, ma solo dell’etichetta e del programma. Insomma, non sopporto la finzione che ruota attorno a questi programmi.
Credo ancora che un cantante debba essere scelto da una produzione e/o un’etichetta in cui lavorano veri professionisti che sappiano scegliere, prevedere, intravedere e sperimentare. Ma taglio corto, non è di questo che voglio parlare.
Jordan Smith mi ha fatto commuovere quando l’ho ascoltato per la prima volta, per caso, gironzolando in rete. Il brano era Somebody to love, dei Queen, cantato originariamente dal mio grande amore adolescenziale Freddie Mercury, la voce che per me rimane la voce assoluta e non solo perché l’ho amato nella e dalla adolescenza, ma perché davvero credo sia stato eccelso. Non mi soffermerò neanche a parlare di Freddie Mercury.
Torno a Somebody to love interpretata da Jordan Smith. Ecco, se mi ha fatto commuovere su questo brano, il cui confronto con Freddie Mercury appunto è spietato, allora vuole dire – oltre che probabilmente mi sta per venire il ciclo – che qui siamo di fronte al caso che va oltre la spettacolarizzazione della tv, oltre i contest, oltre il commercio, oltre l’immagine preconfezionata. Io personalmente mi commuovo solo quando sento l’anima, ok, ma penso proprio che abbiano voluto andare oltre anche gli organizzatori del programma. Non si fa vincere uno così se non si è sicuri che venderà una valanga di dischi ed è fantastico che abbiano deciso di alzare di gran lunga il livello. Questo grande professionista ha anima, non venderà solo dischi e noi siamo molto fortunati.
Jordan Smith a una voce pazzesca, un timbro delizioso, un’estensione incredibile, un’intonazione impeccabile (notare come il coro, per esempio all’inizio, non sia proprio intonato) ma a differenza di tanti talenti che passano nei vari contest (che devo dire negli ultimi anni accolgono ragazzi di una bravura eccezionale) questo qui ha proprio il fuoco sacro. E poi non si muove, non si atteggia e non scodinzola con la voce come fanno ormai quasi tutti. Ha una sua identità. E caspita, ne avevamo bisogno. Basta con i cloni!
Andando a spluciare su yotutube ho visto la differenza tra la prima esibizione e l’ultima (Somebody to love è cantata alla semifinale). Gli hanno cambiato il look, gli avranno detto che deve aprire gli occhi e guardare in camera e il pubblico, che deve muoversi, essere più istrionico, ma nonostante tutto, resta un personaggio a sé, con la sua voce splendida, la convinzione e la sincerità ad ogni nota emessa. E si vede, non solo si sente!
Spero davvero che questo gioiellino si conservi e maturi splendidamente, che aver vinto questa trasmissione importante non lo confini a un successo breve e commerciale, con un repertorio banalotto. Si merita canzoni straordinarie, una carriera lunga e varia.
Spero che abbia tante cose da raccontare con quella voce strepitosa che si ritrova, ne abbiamo tutti un gran bisogno.
Faccio il tifo per lui e per tutti coloro che amano l’arte, studiano, sono bravi e hanno qualcosa da dire e tanta bellezza da condividere.
Jordan Smith, mi raccomando, non mi far fare brutta figura!
(Jordan Smith mi ha fatto ricredere su The Voice, ma diciamo la verità, cioè che tutto è crollato quando ho scoperto che esiste un team di Adam Levine!)
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